Kuni-san
Da un appunto di Kakita Yukiyanagi
La prima ragazza che io abbia considerato mia amica…
sebbene in quel momento si trovasse in un luogo che non potevo raggiungere, speravo di poterla incontrare nuovamente un giorno…e dirle quanto mi dispiaceva di non aver potuto fare niente per impedire che la portassero via…
Bianche Camelie…
Da un appunto di Yume su una pergamena
…ricordo quando tornasti a casa, e non dovevamo più chiamarti Fumiko, ma Tsubaki…io non capivo perché ma tu mi inculcasti a forza il nuovo rispetto che dovevo avere verso di te che ormai eri diventata adulta. Il tuo nuovo nome sembrava ti desse maggiore sicurezza e un motivo in più per tormentarmi con sottili perfidie e prepotenze. […]
Poi gli anni passarono, tu diventasti come una candida Camelia, perfetta sotto al velo di trucco che sottolineava i tuoi occhi scuri e le forme piene delle tue labbra, eternamente sorridenti ma che diventavano risentite ogni volta che eri costretta a guardarmi.
Quando confessavo ad Hasu questi miei pensieri, quando gli parlavo delle mie sofferenze per non essere all’altezza delle aspettative della famiglia, egli soleva dirmi: “Yume, tu sei un fiore ancora in boccio e prima o poi dovrai sbocciare poiché un fiore non ha significato se non fiorisce. E quando il tuo momento verrà…chissà… potresti essere più bella anche delle Camelie…” Di noi tre sorelle tu sei quella che i Kami hanno maggiormente benedetto con il dono della bellezza, ma credo che Hasu non parlasse solo dell’aspetto esteriore. Sai bene anche tu che lui sapeva guardare oltre le apparenze, nel cuore delle persone, forse era proprio li che vedeva la mia bellezza. Poiché le camelie che crescevano nei giardini della tua anima sono avvizzite per il gelo che alberga nel tuo cuore, mentre il mio si riscalda del ricordo del mio amato fratello. Se con il suo calore riuscirò a far sbocciare anche solo un semplice anemone sarò orgogliosa di me stessa.
Crocevia di vite…
Bayushi-sama osservò per qualche istante il sake nella sua tazza.
Quello sgangherato gruppo di samurai avrebbe dovuto raggiungere la capitale già da un pezzo…ed invece.
Mani invisibili grattarono al fusuma della sua stanza.
– Mio signore, una lettera per voi da parte del Nobile Campione di Topazio.
– Finalmente…- disse solo allungando una mano a ricevere il plico di carta di riso, quindi, prima di aprirlo, sollevò la tazzina, un un muto brindisi, poi ne bevve il contenuto tutto d’un fiato.
Stesso sangue
– Sorella?
– Si?
– Ti sei mai domandata perché gli dei ci hanno dato questo aspetto bizzarro?
– Si.
– Forse per incutere terrore nella gente? Per punirci di troppo orgoglio? O per una svista?
– Ti importa così tanto saperlo?
– Non rispondere con domanda a domanda…
– Per gioco.
– Un gioco crudele allora.
– Pur sempre un gioco…Quando saremo davanti a Colei che miete alla fine del nostro tempo, potremo chiederle spiegazioni.
– Tu credi che ci risponderà?
– Qualcuno dovrà pur farlo no?
Tre fiori…
I Kami a volte giocavano con i destini…
Kakita-san lo sapeva bene: ancora si chiedeva con che criterio avevano scelto Kuni-san e Bayushi-San come sue compagne.
Sulla terra non potevano esistere tre persone diverse come loro…
Eppure…
Lady Gloria
Sospirò,decidendosi a staccare gli occhi dalla finestra.
Era da troppo tempo che continuava a star li a fissare il vuoto…troppo perchè riuscisse a sostenerlo ancora,troppo perchè la sua mente permettesse di illudersu ancora col pensiero che prima o poi lo avrebbe visto ritornare al galoppo verso di lei…
Ascoltando il suono della sua voce
“Dalla barca della luna nuova
la civetta è cullata:
vorrei che sognando
sentisse l’arpa del vento tra i pini.”
– Siete anche poeta Kakita-san?
– Infondo…il canto, prima di essere voce, è poesia, Nobile Campione di Topazio.
Agasha-san
Non poteva esistere sulla terra qualcuno che l’irritasse quanto Agasha-san.
Yukiyanagi si era sempre considerata una persona piuttosto paziente, era riuscita a mantenere la calma anche quando Hiruma-san l’aveva stuzzicata durante il Torneo. Ma con quello shugenja le saliva la bile ogni volta che ci parlava. Se voleva diventare il migliore Shugenja del Rokugan che lo facesse pure, ma che non andasse a darle il tormento. Lei aveva già abbastanza grattacapi. Se voleva esserle superiore…perché non aveva vinto lui il Torneo di Topazio?!
La fanciulla sospirò. Aveva forse offeso in qualche modo i Kami?
Sorelle
I suoi pensieri erano lontani.
Ora aveva ritrovato sua madre ed aveva scoperto di avere una sorella, qualcosa per cui ricominciare ad essere felice. Ma non riusciva ancora a dimenticare i lunghi anni di solitudine, il dolore della perdita, la paura.
Raccolse le sue ali attorno all’esile corpo, come a volersi proteggere.
Un lieve soffio di vento le solleticò le piume del capo, un fruscio d’ali, la richiamò alla realtà.
Sorrise incontrando lo sguardo sereno di sua sorella.
-Imar andiamo!
La fanciulla sorrise, stese in tutta la loro maestà le grandi ali candide e spiccò il volo.
-Vediamo chi arriva prima, Wabun?